1. Genshin Impact

    By KingCarlo il 23 Nov. 2020
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    Iniziamo subito mettendo le cose in chiaro, Genshin Impact non è un gioco da una botta e via. Parliamo di un JRPG in salsa MMO che strizza l'occhio a The Legend of Zelda Breath of the wild come espansione e libertà di mappa. Richiede quindi tanta pazienza, forse pure più del classico gioco di ruolo con etichetta nipponica. Se le vostre intenzioni sono di avvicinarvi a questo titolo con l'idea di finirlo in 50-60 ore, lasciate perdere e passate ad altro.
    Mescolando le due categorie, difatti, Genshin Impact prende molto tempo per proseguire in tutte le quest principali una volta raggiunto il cap di livello. Capiterà spesso, infatti, una volta arrivati all'Adventure Level 23-24, di dover salire al livello successivo per poter sbloccare un'altra fase di missioni principali.
    Inoltre, al momento, sono state rilasciate solo due regioni, quelle di Mondstadt e Liyue, lasciando in standby le altre cinque (sono in totale sette, una per ogni elemento presente nel gioco). Vien da se, quindi, il pensiero che Genshin Impact accompagnerà le ore dei videogiocatori per molti anni. Noia permettendo.

    Essendo un MMO è f2p di conseguenza il guadagno arriva dalle microtransazioni che vi permetteranno di acquistare primogems, mora e altre valute che danno il via libera ai pull nei banner dei personaggi, alle armi e agli oggetti speciali che servono per potenziare i vostri eroi e il loro equipaggiamento.
    Ovviamente si può fare tutto gratuitamente (meno reclutare nuovi personaggi, gratis al momento sono solo in cinque, escludendo il principale con cui comincerete il gioco) ma richiederà molto più tempo e pazienza.

    Un punto estremamente positivo a favore di questo titolo è la possibilità di poter giocare senza barriere. I server infatti sono unici per qualsiasi piattaforma voi vogliate. Potrete quindi fare le missioni da PS4 mentre un amico è dall'altra parte sul cellulare. Possibile anche spostare i salvataggi, meno che da e su PS4, in quanto PC e mobile utilizzano la registrazione tramite email, mentre su console Sony si utilizza il proprio PSN. La speranza futura è che tale feature venga implementata anche su console, cosa che altrimenti sarebbe castrante per chi vuole avvicinarsi al titolo senza perdere l'opportunità di fare qualche missione con i propri amici non possessori di PS4.
    Punto negativo, invece, è la localizzazione. Nel titolo infatti sono presenti tantissime lingue meno che l'italiano (cosa che si spera possa venir implementata in futuro). Cosa che penalizza chi non mastica l'inglese -a onor del vero, è inglese scolastico quindi facilmente fruibile ai più- e vuole giocare senza il dizionario di fianco.
    La progressione, come detto, non è rapidissima e una volta finiti gli eventi giocabili ci si ritroverà spesso a vagare per montagne, colline, fiumi e laghi in pieno stile "Per tutte le volte che...", poter quindi giocare con gli amici rende le giornate meno noiose nella routine dei pochi e...

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    Last Post by KingCarlo il 23 Nov. 2020
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  2. The Last of Us Parte 2
    Recensione a modo mio

    By KingCarlo il 10 Aug. 2020
    +1         0 Comments   49 Views
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    Prima di recensire il secondo capitolo del capolavoro Naughty Dog, bisogna mettere un bel banner per chi, spero, si metterà a leggere. La recensione non sarà esente da spoiler, anzi, ne conterrà a iosa. Se non volete quindi ritrovarvi davanti a momenti di trama evitate di leggere.

    Pre:
    La storia di The Last of Us narra le vicende di Joel ed Ellie immersi in un modo ormai alla rovina a causa di un fungo che ha infettato e trasformato in pazzi assetati di sangue 3/4 della popolazione mondiale.
    Joel perde sua figlia Sarah allo scoppio della pandemia e dopo 20 anni è diventato un 50enne molto cinico e spietato. Per recuperare delle armi, assieme alla compagna Tess, si imbatte in Marlene, attuale posseditrice delle armi, che ingaggia i due contrabbandieri per far uscire Ellie dalla ZQ di Boston. I due accettano non senza dubbi e scoprono, più avanti, che Marlene nascondeva loro l'immunità di Ellie. La ragazzina infatti è stata morsa due settimane prima e si è scoperta immune al fungo. Decisa e speranzosa di porre fine a quel mondo, Tess vuole proseguire mentre Joel no. Convinto, i tre affrontano i palazzi di Boston e Tess viene morsa. Sacrificatasi per dare un vantaggio alla coppia, rimane indietro per affrontare i militari che, ovviamente, l'uccidono. Joel ed Ellie riescono a scappare per la metropolitana e a raggiungere una cittadina poco fuori Boston dove recuperano un auto grazie all'aiuto di Billy, amico di Joel, e si danno alla ricerca di Tommy, fratello di Joel ed ex membro delle Luci, il gruppo rivoluzionario alla ricerca di una cura guidato da Marlene.
    Costretti ad affrontare un gruppo di cacciatori nella periferia di Pittsburgh, Joel ed Ellie perdono l'auto e si ritrovano a piedi.
    Dopo esser riusciti a scappare da un mezzo blindato armato di mitragliatrice, anche grazie all'aiuto di Henry e Sam, due fratelli in cerca delle Luci, Joel ed Ellie raggiungono il Wyoming. E' ormai autunno inoltrato quando, finalmente, trovano Tommy.
    Joel racconta tutto al fratello e decide di mollare Ellie a lui. Quando lei lo capisce, ormai totalmente affezionata a Joel e vedendo il lui il padre che non ha mai avuto, reagisce male e scappa. Rincorsa e salvata da un altro gruppo di cacciatori, Joel, anche lui affezionato alla ragazzina, decide di proseguire il viaggio con lei, facendo tirare un sospiro di sollievo ad Ellie e lasciando Tommy alle porte di Jackson.
    L'inverno ormai è alle porte e i due, grazie alla dritta di Tommy, raggiungono l'università del Colorado, ennesima sede delle Luci. Qui però non trovano nessuno dato che il gruppo si è spostato all'ospedale St. Mary di Salt Lake City, nello Utah e, braccati dai cacciatori, finiscono per scappare quando Joel, cadendo da un terrazzo mentre lottava contro uno del gruppo viene trafitto da un pezzo di ferro. Nonostante il buco sul fianco e la perdita copiosa di sangue, riesce a trascinarsi fino al cavallo anche grazie al supporto di Ellie.
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    Last Post by KingCarlo il 10 Aug. 2020
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  3. Resident Evil
    Storia

    By KingCarlo il 12 July 2020
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    Quando si vuole raccontare una storia, partire con un aneddoto non è quasi mai la soluzione. Non in questo caso.
    Diversamente dal paese del Sol Levante, la serie in occidente cambia nome. Biohazard a destra del mondo, Resident Evil a sinistra. Questo sia per rendere maggiormente appetibile il titolo ai videogiocatori non muniti grammatica kanji, sia perché i diritti del nome BIohazard negli States appartenevano a una rock band.

    Lo sviluppo del primo capitolo della serie prende vita nel 1993 e sfrutta idee e ambientazioni di un titolo Capcom per Snes (ovviamente poteva mancare la grande N nella storia videoludica?) del 1989, Sweet Home. Da lì prende l'ambientazione della villa, i puzzle da risolvere e la genialata della schermata di caricamento nascosta nella porta che si apre.
    Ma come Resident Evil è entrato nella storia?
    Beh, nel modo più semplice possibile. Dando realismo, per quanto un'epidemia zombie causata da un virus creato in laboratorio possa esser reale.
    I personaggi non erano poligoni o pixel. Non erano umanoidi cartooneschi. I protagonisti erano persone dalle fattezze quanto più reali possibili. Prova ne è il filmato introduttivo del primo capitolo, girato con attori in carne e ossa che mostravano la scena di un militare sbranato da un cane zombie. Ovviamente, visti gli anni di rilascio, il gioco conobbe la mannaia della censura. Dialoghi censurati, filmati tagliati, sanguinamento durante le ferite e morte del personaggio vennero tagliate, e pure in Giappone il filmato iniziale venne mostrato in bianco e nero.
    Il mondo videoludico non è differente, però, dalla vita di tutti i giorni, anzi, forse è pure più soggetto alla fortuna, e così andò per Capcom che non inventò un genere ma ne ribattezzò lo stile. Furono infatti i primi a chiamare un gioco del genere Survival Horror, cosa che, per l'appunto, segnò un'epoca e tracciò una linea netta all'interno della storia dei videogiochi.
    Il titolo ottenne un successo enorme, vendendo nella prima versione, secondo Capcom, oltre 5 mln di copie (dato riguardante solo la PS).
    Sì, parlo di prima versione perché la casa nipponica, seppur per prender tempo nello sviluppo del seguito della saga, pensò bene di iniziare a mungere la vacca sin dal principio. Ecco quindi due versioni: Resident Evil Director's Cut e Resident Evil Director's Cut Dualshock Ver..
    Nel primo caso, il gioco vedeva nuove angolazioni, oggetti spostati, una nuova pistola e un nuovo livello di difficoltà.
    Nel secondo, oltre a una nuova colonna sonora, veniva implementato l'utilizzo del nuovo controller PSX, munito di due stick analogici.

    I protagonisti principali della storia che prende inizio nel luglio 1998 e continua tutt'oggi, sono Chris Redfield e sua sorella Claire. Jill Valentine, compagna d'armi di Chris nel team Alpha della STARS. Leon Scott Kennedy, giovane poliziotto al primo giorno di servizio nel di...

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    Last Post by KingCarlo il 12 July 2020
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  4. Super Mario
    Storia e mito

    By KingCarlo il 26 June 2020
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    Partiamo subito mettendo le cose in chiaro. Qualsiasi videogioco odierno, da CoD a Fifa, da Uncharted a PUBG, da Minecraft alla serie Souls, deve la propria esistenza al panciuto idraulico nostrano.
    Dopo un inizio abbastanza positivo per l'industria videoludica grazie ad Atari, nel corso degli anni la passione, anche a causa dei costi eccessivi di tale mondo, andò scemando quasi verticalmente. Quindi perché bisogna ringraziare Mario e in particolare sua Eccellenza Altissima Miyamoto? Primo perché arrivava nelle nostre case un idraulico italiano che non costava un occhio o si trombava la moglie, come in approcci più pornografici. Secondo, partiamo dal 1981.

    Nintendo perse la licenza su un videogioco basato sulla serie Braccio di Ferro, Miyamoto decise così di apportare varie modifiche estetiche. Pauline prese il posto di Olivia; Mario, all'epoca ancora Jumpman, quello di Braccio di Ferro, mentre per Bluto si decise di virare su un "cugino" di King Kong, venendo quindi creato Donkey Kong.
    In un'epoca di videogiochi a punteggi, dove molto spesso il protagonista doveva scappare dai nemici in vari labirinti, venne deciso di dare a Jumpman la possibilità di saltare. Idea che divenne quasi rivoluzionaria, visto che apriva a un'altra dimensione.

    Ma quando divenne Mario?
    Nella localizzazione Nipponica, il baffuto idraulico era conosciuto come Mr. Video; durante la localizzazione Statunitense, il fondatore della Nintendo of America, Minoru Arakawa, vuoi per la somiglianza estetica, vuoi per ringraziamento simbolico essendo il primo proprietario di uno stabilimento Nintendo negli States, decise di chiamare il personaggio Mario, proprio come il compianto Mario Segale, morto ormai due anni fa.

    Successivamente, sua Eccellenza Altissima, consultandosi con l'addetto ai suoni, Hirokazu Tanaka, decise di cambiare avversario. Si virò quindi su una tartaruga che potesse uscire dal guscio. Nacquero le Koopa Troopa. Altra caratteristica storica che venne fuori in Mario Bros, primo vero gioco stand alone dei due fratelli, furono i tubi e le monete. Se mentre le seconde ti davano punteggio, i primi furono uno stratagemma per rendere "reale" l'arrivo delle Koopa. Inutile dire che, sia monete, che Koopa, che tubi, divennero marchi iconici della serie.

    NES_Mario_Bros



    Inutile dire che, come per tutte le cose iconiche e di successo, bisogna affidarsi alla fortuna e far di necessità virtù. Ecco che il cappello venne aggiunto per evitare di dover disegnare i dettagli dei capelli e di conseguenza animarli. Vennero invertite le palette di colori. Da una maglietta blu e salopette rossa si passò all'odierna e storica maglietta rossa e salopette blu. I baffi? Un geniale escamotage per evitare di disegnare bocca e orecchie (causa sprite troppo piccolo, 16x16) andando però a divi...

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    Last Post by KingCarlo il 26 June 2020
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