Intervista a Zanna Harris, autrice del romanzo “Over the golden hill”.

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    Intervista a Zanna Harris
    Autrice del romanzo Over the golden hill




    Benvenuti all’ennesima intervista all’autore di Torre di Carta! Questa volta ospite da noi è Zanna Harris, autrice della trilogia La luce calda del tramonto, che trovate su Efp!
    Benvenuta Zanna, e grazie per aver accettato la nostra intervista :)



    Primissima domanda, per conoscere un po’ meglio l’autrice dietro lo pseudonimo: parlaci di te, magari dacci qualche aggettivo che ti descrive per come sei.

    Parlare di me mi risulta sempre difficile, paradossalmente trovo più facilmente le parole per descrivere le persone che mi abitano.
    Essendo una grande appassionata di Storia, sono per natura una creatura nostalgica e che può sentirsi perennemente insoddisfatta del presente… Ma a parte questo, amo ridere e scherzare e ammetto di avere un discreto senso dell’humor (lasciatemelo credere, per favore).
    Sono una creativa e una sognatrice sin da piccolissima, potrei riassumere il tutto con la parola “woolgathering”: sono una pigra e distratta indulgenza nella fantasia, un continuo sogno ad occhi aperti.


    Perché non ci racconti del tuo percorso scolastico e universitario? La scrittura ha influito sulle tue scelte per la tua istruzione?

    Mi sono fermata al quinto anno di liceo… O meglio, istituto d’arte, che è un tipo di formazione scolastica diversa dal liceo. Ho studiato tutte le normali materie che si studiano nei licei, a parte il latino - per fortuna -, ma in più ho appreso le basi dell’arte scultorea e pittorica, dalla pittura a uovo su tavola del ‘200, quella a olio su tela, fino all’affresco. Infatti sono diplomata in arte e restauro delle opere pittoriche, che è un bel diploma professionale, e non baratterei mai i miei cinque anni immersi nello studio dell’arte per un diploma da liceo classico o scientifico… La scrittura è arte, quindi per ora sto bene così. Ho frequentato il corso di lettere moderne alla Federico II di Napoli, poi ho mollato senza alcun rimpianto. L’università al momento non fa per me, non è quello che cerco, e poi lavoro: sono truccatrice, titolo professionale acquisito con un diploma.


    Anche tu, come la maggior parte dei fanwriter e giovani scrittori italiani, sei partita dai lidi di EFP: cosa pensi del sito? Della sua gestione? Che ricordi hai della tua permanenza?

    Efp… Ho piacevolissimi ricordi della piattaforma, che di recente sono tornata a utilizzare per i miei aggiornamenti blitz. Ho sempre pensato fosse un sito pieno di potenziali (intendo autori del futuro), anche se con i suoi alti e bassi. Ormai è in decadenza, presumo per via della concorrenza che è nata ultimamente, ma non potrei mai dimenticare o rinnegare le mie radici. Mi ha anche permesso di conoscere tante persone, fare amicizie e stringere legami sulla base di una passione reciproca e attraverso le mie storie.
    Devo a Efp una grossa porzione di quella che sono oggi, come autrice, come persona.


    Usi altre piattaforme di scrittura, oltre a Efp? Se sì, quali? E cosa ne pensi?

    Da Efp sono passata a Writer’s Wing, che è una piattaforma basata sugli stessi meccanismi della sopracitata, e poi su Wattpad. Attualmente sono attiva su tutte e tre le piattaforme, ma Wattpad continua a non soddisfarmi granché. Ho sempre visto quel sito come un posto fatto di gente che ha perso di vista il vero senso della scrittura: ormai si scrive per fama, notorietà e stelline facili. Sono lì solo per un esperimento: voglio vedere come me la cavo senza prendere scorciatoie o leccare cu** in giro.


    Torniamo al motivo per cui siamo qui: la tua (e di tutti quelli che leggeranno) passione, la scrittura. Come è nata la tua voglia di scrivere? E come si è evoluta ed integrata nella tua vita?

    Ammetto di non essere mai stata un’amante della lettura, almeno fino ai 17 anni, età in cui mi si è aperto un cassetto nel cervello che mi ha spinta a cambiare direzione. Ho sempre amato inventare storie ancor prima di amare la lettura perché ho da sempre un’impostazione mentale da sceneggiatrice… complice la mia grandissima passione per il cinema. Cinque anni fa, però, lessi per la prima volta un romanzo di mia spontanea volontà, dopo 17 anni passati a relegare la lettura come una cosa di cui potevo tranquillamente fare a meno, e dopo averlo finito col cuore in gola dopo soli 5 giorni mi dissi: “Se io ho provato delle emozioni leggendo, perché non posso provare a darle anche io agli altri?”. Quella notte stessa mi diedi la risposta, iniziando a pianificare la trama di quella storia che poi si sarebbe rivelata come la svolta della mia intera esistenza.
    Quando ho capito che amavo raccontare le storie che vedevo nella mia testa come un film, ho deciso che quella doveva essere la mia strada. A tutti i costi.
    Ah, e ovviamente ora leggere mi piace, dovevo soltanto trovare il mio genere. Per scrivere è importante leggere romanzi, ma non è essenziale. I tecnicismi puoi sempre impararli dagli altri autori, ma la creatività e il talento sono qualità innate e vanno allenate solo con la pratica. Opinione condivisibile o meno, io la penso così.

    Sei diventata molto conosciuta su Efp grazie alla tua trilogia originale “La luce calda del tramonto”. Immagino che per te abbia un valore affettivo importante, ti va di parlarcene?

    La luce calda del tramonto” ha un valore inimmaginabile. Ho fatto nascere i miei personaggi, li ho messi al mondo insegnando loro a camminare e ad affrontare la vita e come una madre ho insegnato quanto imparato insieme ai miei figli. Si tratta della mia primissima storia originale, il mio lancio nel vuoto, e ancora oggi mi stupisco del suo discreto successo sul sito. Non avevo nessuna pretesa, volevo solo emozionare le persone. Ma ne sono contenta, perché mi ci sono impegnata tantissimo e grazie ad essa sono maturata su tanti fronti, primo fra tutti quello umano. Ho imparato a guardare dentro di me scrivendo e, insieme ai miei personaggi, cosa può essere l’amore in una delle sue infinite possibilità.
    Inizialmente doveva essere un romanzo autoconclusivo, ma poi mi sono accorta che non ne avevo abbastanza dei personaggi… dovevo raccontare ancora di loro, di Cindy e Peter, e così ne ho fatto una trilogia.
    Attualmente, fra mille distrazioni per altre storie in corso, sto portando a termine l’ultimo “libro” e credo che, quando metterò il punto finale anche a quell’ultimo rigo, sarà come pietrificare una parte di me e non riaverla mai più indietro.
    E, tra le lacrime, sarò la persona più felice del mondo.

    Arriviamo alla domanda più importante: il romanzo! Ti va di darci qualche spoiler in merito? E cosa puoi dirci riguardo a come/quando pubblicherai?

    Dovrei esordire fra uno o due anni, ma non posso parlare di date ora che non ho ancora iniziato il lavoro di editing con la casa editrice. Ma per fine gennaio, mi ha assicurato l’editore, inizieremo il viaggio.
    Il romanzo, così come l’ho concepito quattro anni fa insieme ad una mia carissima amica (era un progetto a quattro mani), si intitola “Over the golden hill” ed è un romance storico ambientato nel pieno della guerra civile americana. Non è una lettura leggera, a dispetto di quanto possa sembrare all’inizio, e i personaggi sono ben lontani dall’essere creature da “romance”. Posso dire, però, nelle sue sfumature un po’ tenebrose e ciniche, che questo romanzo è ricco di colpi di scena, emozioni violente come gli anni e il contesto geografico in cui è ambientato, ed è soprattutto un percorso fatto di crescita e redenzione di entrambi i personaggi. La dimostrazione (almeno secondo la sottoscritta) che l’orgoglio, in amore, può esistere.
    Over the golden hill” è il primo capitolo di una saga antologica, progetto di cui fa parte anche la trilogia de “La luce calda del tramonto” e non solo...


    Posso chiederti se hai deciso se pubblicherai con uno pseudonimo? E il perché della scelta?

    Ho deciso non pubblicare sotto pseudonimo, bensì col mio vero nome. O almeno col nome con cui tutti mi conoscono e mi chiamano da quando sono nata: Vanna, diminutivo di Giovanna.
    Sulle copertine dei miei romanzi sarò Vanna Costanzo, ma in fin dei conti resterò sempre e comunque Zanna… il mio ego molto alter.


    Pubblichi con una casa editrice, ma è scelta sempre più comune tra gli autori esordienti il self-publishing. Ti sei avvicinata a questo metodo? E, a prescindere, che ne pensi?

    No, non mi sono avvicinata a questo mondo, ma ne sono stata incuriosita per un po’. Tuttavia ho preferito seguire la strada della casa editrice per una questione di crescita professionale. Non giudico chi pubblica in self, anzi, ho molte amiche che lo fanno, ma semplicemente non la reputo la scelta migliore per me in questo momento storico della mia vita. Credo sia una buona strada per farsi conoscere, ma piuttosto ardua da intraprendere… anche perché, chi merita e ha vero talento, deve cercare di emergere dal marasma di autori self che hanno scritto romanzi con la stessa facilità con cui ci si infila un calzino. O forse li hanno scritti proprio con i piedi?


    La tua prima trilogia è ambientata durante la seconda guerra mondiale (o meglio, alla fine): guardandoci intorno non si può far a meno di notare come l’intolleranza, l’odio e la paura stiano tornando, riportando il nostro paese a uno dei suoi periodi peggiori, per questo ti chiedo, pensi che l’istruzione potrebbe aiutare a fermare questa ondata che ci sta travolgendo e rischia di capovolgerci?

    Io a volte mi sono trovata a pensare di finire in una Terza Guerra mondiale ancor prima di riuscire a pubblicare il mio libro ambientato nella Seconda. Un pensiero buffo, quanto amaro e piuttosto plausibile dati i tempi che corrono. L’umanità non ha ancora scatenato un’altra guerra mondiale solo perché abbiamo creato il deterrente perfetto proprio con lo scoppio di quella di ottant’anni fa. Come diceva Einstein, paragonando l’uomo al topo, ci siamo costruiti una trappola da soli con la bomba atomica. Ma un’altra arma è anche la memoria: essa ci spinge non compiere gli stessi errori del passato e quindi sì, la cultura e lo studio del passato possono aiutare a rendere la gente più cosciente ed evitare così gli errori del passato.
    Come scriveva, già ai suoi tempi, un vecchio oratore latino: “Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis”.
    (“La storia in verità è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità.”)


    Ultima domanda, pur rimanendo in tema e ti propongo lo stesso giochino che abbiamo proposto a un’altra ragazza un paio di interviste fa, e sono certa che come fanwriter saprai immedesimartici: se fossi un ministro dell’attuale governo - a tua scelta - cosa faresti per cambiare la direzione che sta prendendo il paese nel tuo ambito?

    Non so rispondere a questa domanda, penso che in realtà dovrebbero essere gli Italiani a voler cambiare direzione. Abbiamo perso il senso di appartenenza a una Patria, l’abbiamo venduta via. Ma sono fiduciosa: è quando si tocca per davvero il fondo più oscuro che si trova la forza per risalire. Questo me l’ha insegnato proprio la Storia...


    Edited by Alassë_Schwarz - 25/12/2018, 20:00
     
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